I am remarkable. Io sono straordinaria. Cosa vuol dire per ciascuna di noi essere “remarkable”, straordinaria? E soprattutto, siamo in grado di riconoscerci come straordinarie, e ce lo ripetiamo mai abbastanza?
Google arriva in soccorso, promuovendo un’iniziativa molto importante: I Am Remarkable. Con questa iniziativa, Google si propone, attraverso un workshop guidato da un facilitatore certificato, di fornire gli strumenti e la consapevolezza necessaria a celebrare i traguardi professionali e personali di quelle categorie che non sempre ottengono i riconoscimenti dovuti.
Che cos’è Google I Am Remarkable e come funziona?
Il workshop #IAmRemarkable di Google punta a smantellare preconcetti legati, ad esempio, alla modestia di genere, oppure alla famosa sindrome dell’impostore, che ci impediscono di esprimere appieno i nostri punti di forza, e conseguentemente i nostri successi.
Lo scopo finale del workshop è di fornire ai partecipanti gli strumenti per riuscire a celebrare e promuovere le proprie capacità e i traguardi raggiunti, e allo stesso tempo di sfidare gli stereotipi negativi che molto spesso si impongono come limite alle nostre potenzialità.
I Am Remarkable di Google e IWUSA: un’accoppiata vincente
Una delle priorità di IWUSA è di supportare lo sviluppo professionale delle donne italiane in USA, e questo passa anche attraverso il riconoscimento e celebrazione dei nostri successi in ambito lavorativo. Quando si è presentata l’occasione di collaborare con la nostra Giulia Pierangeli, Googler e facilitatrice di Google I Am Remarkable, il Team di IWUSA ha subito colto l’occasione per proporre questa interessante iniziativa ai membri della Community.
Grazie a questa collaborazione, si sono infatti svolti due workshop online I Am Remarkable, dedicati esclusivamente alle donne italiane di IWUSA e guidati da Giulia in italiano per l’occasione.
Il Workshop: di cosa si è parlato?
Giulia ha aperto il workshop I Am Remarkable per IWUSA con delle presentazioni, per poi informare le presenti che tutto quello che si andava a condividere durante il workshop sarebbe rimasto confidenziale, per creare un clima di sicurezza e di condivisione. Nel rispetto di questa premessa, questo post si concentrerà principalmente su alcuni degli spunti forniti da Giulia.
Durante la prima parte del workshop, Giulia ci ha parlato della sua esperienza, per poi introdurre dei concetti chiave sui quali riflettere e potenziare la fiducia in sé stessi nell’ambito lavorativo. In primis, la frase: “It’s not bragging if it’s based on facts”, ovvero, non ci si sta vantando se quello che viene detto è basato su fatti concreti. Molte volte si evita di condividere i propri successi per la paura di apparire come degli spacconi, o per modestia imposta dalla società in cui viviamo.
Questo è un fenomeno che molto spesso colpisce le donne, in quanto gli uomini tendono ad essere più disinvolti nel parlare dei propri successi. Ciò si riflette anche sulla ricerca del lavoro: quando una donna si candida ad una posizione lavorativa, tenderà a farlo solo quando le sue capacità combaciano praticamente al 100% ai requisiti della posizione. Gli uomini, al contrario, faranno richiesta anche quando il loro profilo non sia perfettamente adatto. Sulla stessa linea, è sì importante lavorare bene in gruppo, però bisogna focalizzarsi anche sui successi personali, comunicando chiaramente quelli che sono i nostri punti di forza e che portano a risultati concreti, e non solo a livello di gruppo.
Lo step successivo è quello di imparare a parlare in maniera positiva dei traguardi raggiunti. I risultati parlano da soli, validando quello che si dice e eliminando ogni possibilità di apparire inutilmente vani. Giulia ha poi continuato fornendo al gruppo strumenti concreti su come comunicare i propri successi, ad esempio quando si scrive un curriculum.
Giulia ha poi introdotto il concetto del self-saboteur, ovvero, il sabotatore interiore. Si tratta di quella vocina che ama ricordarci la nostra presunta inadeguatezza, e delle “limiting believes”, convinzioni limitanti, che si vengono a creare. Un blocco linguistico, oppure la paura di parlare ad un pubblico, sono alcune delle “limiting belief” più diffuse. Giulia ha posto una domanda al gruppo, su cui ragionare: cosa farei diversamente se non avessi questo blocco?
Il workshop si è concluso con un esercizio. Giulia ha chiesto alle partecipanti di prendere carta e penna, e scrivere perché I Am Remarkable, cosa ci rende straordinarie, sia dal punto di vista lavorativo, che dal punto di vista personale. Questo esercizio ha dato inizio ad uno splendido momento di condivisione, dove le partecipanti hanno avuto la possibilità di raccontare di sé stesse e delle proprie esperienze. Un momento di confronto costruttivo e celebrazione dei propri successi, mediato da Giulia con tatto e trattato da tutte le partecipanti con comprensione e compassione. Questo momento ha anche illustrato perfettamente la forza della Community: donne italiane che ora vivono in USA, ma con origini e storie molto diverse tra loro, e sempre unite nello spirito di comprensione e aiuto che ci contraddistingue.
In Conclusione
Tutto ciò è paragonabile all’allenare un muscolo. Bisogna essere costanti e ricordarsi di continuare il proprio percorso per essere sempre più a proprio agio nel condividere col mondo i propri successi. Il workshop I Am Remarkable di Google è un ottimo punto di partenza per le partecipanti per iniziare ad essere più consapevoli dei propri traguardi, e su come lavorare sullo sviluppo delle capacità necessarie per esprimere al mondo il nostro valore. Imparare e praticare self-awareness, comunicare i propri successi con onestà e sicurezza porta ad innumerevoli vantaggi, promuovendo non solo lo sviluppo professionale, ma anche una nuova consapevolezza di sé stessi. Ringraziamo ancora Giulia per aver messo il suo tempo e conoscenze in questo ambito a disposizione della Community.